giovedì 31 gennaio 2013

Wake me up when January ends


When I find myself in times of trouble,
Mother Mary comes to me,
Speaking words of wisdom,
Let it be.

Quando metti su la moka e poi versi il caffè sul tavolo;
Quando l'acqua va dappertutto fuorché nel bicchiere destinato;
Quando provi a mettere i punti nella cucitrice e questi si incastrano,
Quando devi struccarti e hai finito il sapone;
Quando mangi una zuppa e ti versi tutto sul maglione;

Allora sai che è finalmente arrivata la fine del gennaio più pesante tra quelli ricordati a memoria di Ciami e porti pazienza ancora qualche ora, qualche minuto.
Ne mancano poco meno di trenta alla fine.
E poi finalmente febbraio, i miei 32 anni, il resto dei miei sogni e il resto della mia vita.

Perché a volte va così, sembra che tutto ciò che tocchi si risolva in un fallimento e potresti pensare di abbatterti. Ma anche no. In fondo sei ancora viva, hai ancora dieci dita per battere sui tasti di un blog ultimamente un po' trascurato, hai ancora un paio di occhi per vedere un dvd di star trek cercando di non pensare a nient'altro. Hai ancora le gambe per prendere la bicicletta e sognare di scappare lontano pedalando sempre più.

L'ultimo giorno di questo mese in cui mi è sembrato di sbagliare lo sbagliabile lo salvo ugualmente. Perché stamattina alle sette, in macchina in mezzo alla nebbia, ad un certo punto ho iniziato a sentire dall'autoradio una musica familiare. E per un attimo tutte le mie piccole ferite si sono cicatrizzate ed è stato solo sollievo.
E nonostante il caffè versato, l'acqua tracimata, i punti incastrati, il sapone finito, la zuppa sul maglione e tutti i miei sbagli, sono stata felice. Sono solo un piccolo puntino in un universo immenso. Il mondo va avanti con me o senza di me, con i miei disastri, le mie gioie e i miei sbagli che non importano a nessuno.

Mancano poco meno di venti minuti alla fine di questo gennaio, il più pesante tra quelli ricordati a memoria di Ciami e posso ancora sdraiarmi sul letto, spegnere la luce e accendere lo stereo e sentire la canzone di stamattina, arrivata come un consiglio inaspettato. Quella canzone incisa nella sua versione finale proprio il 31 gennaio 1969, quella ispirata dal sogno di una madre morta da giovane che consiglia a suo figlio cosa fare quando si trova in mezzo ai problemi, quella che dà il consiglio migliore che si possa avere quando sembra andar tutto male, quella che, voi sapete già, mi aiuta quando non trovo la strada.

Play.


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