giovedì 25 aprile 2013

Il venticinque aprile non è morto

Non credete a chi pensa che sia necessario urlare per farsi ascoltare.
Non credete a chi cerca di farvi dimenticare la storia. 
Non fidatevi di chi strumentalizza le date.

Il venticinque aprile non è morto.
Il venticinque aprile non sarà morto fino a che ci sarà qualcuno (nonostante la crisi, nonostante le ristrettezze, nonostante il malgoverno, il maltempo e il maltolto) a riunirsi per portare dei fiori su una lapide e fermarsi un minuto in rispettoso silenzio a ricrodare.


Il venticinque aprile non sarà morto fino a che ci saranno delle bandiere che sventolano in modo che i bambini possano chiedere ai genitori cosa si festeggia.

Non fidartevi di chi non si ricorda cosa si festeggia
Non fidatevi di chi vi chiede di non ricordare.

Il venticinque aprile non è morto ed è proprio nei momenti difficili, come questo, che dobbiamo ergerlo a bandiera e sventolarlo in faccia a chi vorrebbe vederci soccombere.

Il venticinque aprile non è morto.
Il venticinque aprile è speranza.
Il venticinque aprile si festeggia la vittoria della Resistenza.

Non fidatevi di chi pensa che "Se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere."
Se i partigiani tornassero tra noi si arrotolerebbero le maniche e rinizerebbero a combattere, e così noi dobbiamo fare.

Il venticinque aprile, ora e sempre Resistenza.

1 commento:

  1. Lo festeggiamo una volta l'anno, ma il 25 aprile vive 365 giorni l'anno: ogni piccola e grande libertà di cui godiamo oggi, ogni diritto che abbiamo conquistato o che stiamo cercando di tenerci stretto da chi ce lo vuole portare via parte dal 25 aprile.

    E chi urla e strilla farebbe bene a ricordarsi che è proprio grazie al 25 aprile che può farlo.

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