martedì 4 settembre 2012

Confesso che ho molto peccato.

E quindi mi perdono. Senza prete, senza inginocchiatoio e soprattutto senza penitenza. Mi perdono gratis, come faccio sempre con gli altri e mai con me. Mi perdono e vado avanti come posso, fino a quando non sarà necessario perdonarmi un'altra volta.

Mi perdono per tutti gli errori che faccio, per tutte le volte che ho voglia di piangere, per tutti quei giorni in cui non riesco a condividere i miei problemi, per quegli zuccheri che non dovrei mangiare, per quelle volte che prima di rispondere faccio lunghi giri dell'isolato e soprattuto per quando rispondo senza pensare.

Mi voglio perdonare per tutto quel tempo perso che non ritroverò più, per le notti in cui ho bevuto troppo e son tornata a casa la mattina troppo tardi, per quelle sere che invece non sono uscita, restando a casa col peso dei miei errori e delle mie inutili miserie.

Mi perdono per quando non metto gli occhiali e strizzo gli occhi facendomi venire le rughe, che ormai non sono più una ragazzina.

Mi perdono per i giudizi troppo veloci, per le telefonate che non ho fatto, per i baci che non ho dato e anche per quelli che invece avrei dovuto tenermi tra i denti.

Mi perdono per aver imparato a nuotare troppo tardi, per aver perso duecento abbonamenti dell'ATM, per essere entrata troppe volte la seconda ora quando c'era matematica. Mi perdono tutte le volte in cui ero troppo di fretta e non sono riuscita ad ascoltare attentamente, mi perdono tutta la punteggiatura messa a caso in questi trentuno anni di vita.

Mi perdono di aver fatto troppo poco sport. Mi perdono per non aver messo sempre le frecce. Mi perdono tutte le volte che mi si è spenta la macchina e davo la colpa allo start and stop. Ma non ce l'ho.

Mi perdono quando, in Spagna, al posto di andare in università piegavo verso il mare.

Mi perdono per i libri che non ho letto, per quelli che ho abbandonato, per i capitoli che ho solo finto di studiare sperando che agli esami chiedessero qualcos'altro. Mi perdono questa mia pia illusione. Agli esami chiedono solo quello che non sai. E' legge. Mi perdono di non essermi laureata a febbraio ma a settembre, perdendo l'occasione di avere mia mamma lì mentre discutevo la tesi.


Mi perdono quei giorni a Stoccolma, gli ultimi quattro di mia mamma. Mi perdono perché non ero con lei, e sono arrivata appena in tempo per salutarla un'ultima volta. Mi perdono di non averle portato in ospedale quei maledetti sale e pepe. Mi perdono perché fino all'ultimo ho pensato che tornasse a casa. Mi perdono di aver pianto tanto e di essermi anche arrabbiata con lei. Mi perdono per aver pensato di essere quella che soffriva di più. Mi perdono tutte le volte che, andando a letto, la penso tantissimo sperando di trovarla ancora in qualche sogno.

Mi perdono tutti i campioni che non ho fatto, per tutti i maglioni troppo grandi, troppo stretti, troppo corti. Mi perdono tutti quei k2tog che ho usato quando mi avanzava una maglia a fine giro, che tanto non si accorge nessuno. Mi perdono per non aver pensato che me ne sarei per sempre accorta io. Mi perdono per le innumerevoli volte che ho disfato e per quando ho dato la colpa ai ferri, alla lana, al tempo alla luna, al caldo, al freddo per aver sbagliato qualche conto.

Anche voi perdonatevi, e perdonate me per questo post. Forse essere meno severi con se stessi e con gli altri è davvero la chiave per la felicità.

10 commenti:

  1. ...
    forse questo post mi sta facendo scattare una scintilla che mi cambierà la vita, in meglio.
    grazie.
    :*

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  2. Forse non abbiamo poi granché da perdonarci e farci perdonare. Perché la vita è così, non c'è "giusto o sbagliato" in assoluto. Vero o falso. Bianco o nero. Dipende...
    Hai detto una cosa vera: volersi bene, così come siamo, senza pretese, quello sì ci aiuta!

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  3. Forse sì, o almeno mi piace crederlo perchè io vorrei essere più duttile e invece sono così dannatamente severa con me stessa. E spesso così infelice...
    susina

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  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  5. @gra:
    Ho cancellato il tuo commento sopra solo per togliere il tuo indirizzo mail.

    Gra il 04 settembre 2012 alle 21:53 ha scritto:
    "in effetti, perdoniamo sempre gli altri o per lo meno li giustifichiamo, ma con noi stesse, siamo sempre troppo severe.
    anche se ce lo diciamo che ci perdoniamo, nn ci crediamo MAI fino in fondo.

    ti lascio il mio indirizzo email, vorrei chiederti una cosa riguardo hai pattern di - unite contro il cancro-
    quando vuoi scrivermi..."

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  6. So che sembra scontato e ridicolo, ma io mi rispecchio nel 90% di quello che hai scritto (soprattutto nei k2tog ;-) ). Bisogna imparare a perdonarsi più spesso e volersi più bene, perché siamo noi i più grandi nemici di noi stessi.

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  7. Bellissimo post con tante situazioni in cui mi ritrovo...soprattutto nelle prime frasi. Hai ragione dovremmo essere meno severi con noi stessi...e perdonarci.
    Ciao Leti

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  8. Era da tanto che non aprivo il tuo blog, oggi lo faccio e...mi trovo sto post!! bellissimo ciami, davvero! Tra le cose che mi devo personare (e che mi devi perdonare anche tu!) è che non ho concluso molto con i tuoi insegnamenti, non ho avuto tempo da dedicargli e sono rimasta a dei cosini incarpognati che non hanno dignità! ma prima o poi rimedierò! Grazie per questo post direi illuminato, chissà se ce la si fa, in fin dei conti, a perdonarsi davvero. Baciotti! eli

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  9. Che bello questo post.
    Ne devo scrivere anche io uno così e perdonarmi davvero e magari lasciare in un angolo sotto il letto quei macigni di sensi di colpa che mi continuo a portare dietro. Grazie.

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  10. ...e io posso perdonarmi per abitare qui in Pugila e non accanto a te? Per tutti i baci e gli abbracci in cui vorrei cingerti e che invece rimangono solo e sempre nei nostri messaggi?

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