mercoledì 20 aprile 2011

Io non ho paura

Ultimamente guardando i telegiornali, ascoltando le chiacchiere sul tram, leggendo i giornali mi sembra che la direzione che l'Italia (e non solo) stia prendendo sia una certa dose di paura di tutto.
Paura del diverso, del povero, dell'emarginato, del meno fortunato. E poi ancora del futuro, del vicino di casa, del compagno di treno. Persino dei tuoi amici.

Ma io non arraffo quel che posso finché sono in tempo, cerco di fare del mio meglio nel presente e sorrido. So di non essere la sola. E sorridendo penso al buon vecchio babau. Chissà che fine ha fatto caro dolce amico di infanzia?

 Dino Buzzati, Il Babau, 1970
 
"L'incontro avvenne in una notte gelida di plenilunio.
La pattuglia, appostata in un angolo scuro di piazza Cinquecento, avvistò il Babau
vagabondo che navigava placido a circa trenta metri d'altezza,
simile a dirigibile giovanetto. Gli agenti, il mitra puntato, avanzarono.
Intorno non un'anima viva. Il breve crepitio delle raffiche si ripercosse,
d'eco in eco, molto lontano. Fu una scena bizzarra. Lentamente il Babau si girò
su sè stesso senza un sussulto e, zampe all'aria, calò fino a posarsi sulla neve.
Dove giacque supino, immobile per sempre. La luce della luna si rifletteva
sul ventre enorme e teso, lucido come guttaperca [...]

Si disse che in cielo, mentre la creatura moriva, risplendesse non una luna, ma
due. Si raccontò che per tutta la città uccelli notturni e cani si lamentassero
lungamente. Si sparse la voce che molte donne, vecchie e bambine,
ridestate da un oscuro richiamo, uscissero dalle case,
inginocchiandosi e pregando intorno all'infelice.
Tutto ciò non è storicamente provato.
Di fatto, la luna proseguì senza scosse il suo viaggio prescritto dall'astronomia,
le ore placidi, passarono regolarmente ad una ad una, e
tutti i bambini del mondo continuarono a dormire senza immaginare
che il loro buffo amico se n'era andato per sempre.
Era molto più delicato e tenero di quanto si credesse.
Era fatto di quell'impalpabile sostanza che
volgarmente si chiama favola o illusione: anche se vero.

Dino Buzzati in "le notti difficili"

9 commenti:

  1. Sento gli stessi discorsi anche io. Tutti hanno paura: paura che allo straniero danno più che a loro, paura che qualcuno gli rubi qualcosa, paura che se non hanno un marchio sulla maglia non valgano nulla, paura che se fanno un sorriso si avvicinino troppo al prossimo e: " chissà che vuole quello?!", eccetera eccetera.
    Una paura ce l'ho anch'io: mi sembra che non esista più il senso della vergogna e di conseguenza il rispetto per gli altri e per sé stessi.
    Questa è una mia grande paura, al di là delle tragedie dell'animo umano.

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  2. Anch'io ho paura... paura di non trovare piu' i valori che fanno la differenza.
    Condivido e mi associo alle vostre riflessioni.
    Un abbraccio ornella

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  3. Non sei sola Ciami a non aver paura.
    Ti abbraccio forte

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  4. Brava, hai ragione.
    Le "persone di buona volontà" (termine desueto, ma che esprime un concetto secondo me molto importante ma forse un po' dimenticato) non dovrebbero mai avere paura. Capire che solo aprendosi agli altri si può fare qualcosa
    ciao

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  5. Anche a me capita spesso di fare queste considerazioni.
    Generalmente non mi piace gridare al complotto perché trovo che sia troppo semplicistico, però dietro questa spinta a coltivare la paura vedo una volontà manipolatrice -e quella sì che mi fa paura.
    Solo negli ultimi tempi mi sono resa conto di quanto le tesi di Micheal Moore in "Bowling for a Columbine" e il Ministro della Paura di Albanese siano specchio del nostro tempo.
    Però una nota positiva c'è: siamo in tanti, oggi a dire di non avere paura. E allora gridiamolo forte: NOI NON ABBIAMO PAURA!
    (Sono diventata un po' populista ultimamente) :)
    Comunque bel post, Ciami! Brava bravissima!
    Bel post, complimenti!

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  6. Io noto invece una diffusissima paura del futuro che porta ad arraffare il presente il più possibile e a non costruire più oggi per poi raccogliere domani e dopo.
    Personalmente combatto contro questo tipo di paura.
    Perchè porta inesorabilmente alla morte della speranza.

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  7. Concordo con te. E ti assicuro che vivendo all'estero, quando rientro lo percepisco tantissimo. Mi colpisce come uno schiaffo...

    Buonissima Pasqua anche a te!
    Un abbraccio,
    Caro

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  8. Che tenera e triste la storiella che citi. Condivido in pieno quello che scrivi. Io HO paura ma di non riconoscere più il coraggio nel mondo che mi circonda. E invece post come questo mi fanno un gran bene.

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  9. Felice di non essere l'unica a provare queste cose!

    Buona pasqua a tutte! :)

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