martedì 14 dicembre 2010

14 dicembre 2010.

E' stata una giornata un po' strana. Il primo caffè del mattino era all'aroma di speranza. La speranza di un nuovo giorno, la speranza di un cambiamento. La speranza che in Italia non fosse possibile comprare proprio tutto e tutti.
Il caffè del doporanzo però è stato amarissimo e il pomeriggio è andato avanti così, nell'incredulità nel vedere i festeggiamenti del governo. Un manipolo di uomini e donne strapagati, comprati e venduti come al mercato, festeggiare lo scampato pericolo. No, non vi dovete cercare un nuovo lavoro, ancora. Per quello ci siamo già noi in fila.

La sera non poteva che finire così. Son risate amare, è vero. Ma almeno so di non essere la sola a sentirmi così.

9 commenti:

  1. penso che saremo in tanti a stare così...
    bacione

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  2. questo è un giorno di lutto nazionale

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  3. non riesco nemmeno a commentare, ma non posso credere che assomigliamo a loro, ditemi che c'è gente onesta e migliore di chi ci governa, ho bisogno di sperare, dopotutto natale è la festa della speranza, non sarò forse una sognatrice? io spero ancora in tempi migliori,ma ho paura che la lotta sarà durissima Gio

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  4. Avete visto a ballarò che Rotondi e Bondi sembravano due mummie e non ridevano mai, nemmeno alle battute di Crozza? Forse sentiranno che la loro ora (parlamentare) è quasi finita? Forse c'è speranza. La crisi sarà difficile da risolvere per qualsiasi governo, ma almeno si dovrebbe cercare di diffondere coesione sociale e solidarietà, chi sta bene dovrebbe pensare che non si sa mai cosa ti riserva il futuro. Tutto il contrario di quello che ha fatto questo governo, istigando a pensare ognuno al proprio orticello e gli altri intorno possono anche sprofondare nella palude.

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  5. Devo dire che ieri, per la prima volta in trutta la mia vita, mi sono immedesimata in quei ragazzi che hanno spaccato tutto a Roma.
    Io sono per la non vilenza ma ieri avevo anche io dentro tanta, tanta rabbia.
    E ce l'ho anche con quelli che dicono "me ne vado all'estero".
    NO, io VOGLIO restare, VOGLIO cercare ancora di cambiare il mio paese, perchè lo amo, qui sono nata e qui volgio crescano le mie figlie.
    Un po' in Emilia va meglio, ma non tanto, e la rabbia sale, e non volgio che possa raggiungere il punto di non ritorno.
    Bisogna continuare a lottare, in tutti i modi pacifici possibili, non dobbiamo arrenderci, perchè come diceva un grande (Che Guevara) "Chi lotta può perdere. Chi non lotta, ha già perso"

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  6. Quello che frega noi "dissidenti" (mi esprimo così per non usare la parola "di sinistra") è che se abbiamo questo governo è anche colpa "nostra", vedi Veltroni, Fassino, ecc ecc.
    Questa è assolutamente la cosa più sconfortante.
    Mi resta una sola e unica speranza, dato che non posso sperare in un kamicaze pazzo che si faccia saltare in aria mentre stringe la mano a Berlusconi: che la natura faccia finalmente il suo corso e si porti via, mi auguro tra atroci sofferenze, il Berlusca, che ormai l'età ce l'ha. A meno che non si sia venduta l'anima...o sì, quella se l'è venduta di sicuro...
    Scusate l'intervento, spero di non offendere nessuno nell'esprimere i miei pensieri (finchè ne ho ancora qualcuno prima che l'Alzheimer avanzi)

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  7. non sei l'unica a stare così!
    ma non durerà per molto ...
    ;)

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  8. Purtroppo continuiamo a ripeterci che non durerà molto, ma faccio molta a fatica a vedere la luce...nel frattempo mio marito è un precario della scuola pubblica penso da qui all'eternità e io sono in contratto di solidarietà ormai da quasi due anni nella ditta in cui lavoro. Abbiamo un figlio di 18 anni che vorrei tanto avesse l'opportunità di andare all'università. Mi aspetto troppo?
    Mariagrazia

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  9. Sono sempre stata un'ottimista. Ma quando è troppo è troppo! Come si fa ad avere fiducia nel futuro? Guardo le mie figlie e mi vien voglia di dire "scappate"!
    Elena
    P.S. Poi però so che è meglio rimanere e rimboccarsi le maniche. Sempre e comunque.

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