1996. Liguria, riviera di Ponente.
Più precisamente Sanremo, teatro Ariston, Festivàl (da leggere rigorosamente con l'accento sulla A) della canzone italiana.
Un gruppo di simpatici musicisti milanesi incanta la platea e il pubblico a casa con una canzone sul bel paese.
2010. Provincia di Milano.
Più precisamente sul tavolo di un appartamento in periferia della periferia della grande città.
Una famiglia media italiana guarda il telegiornale, il tg3. Si parla di tagli, si parla di aziende chiuse, si parla di lavoratori licenziati dopo uno sciopero (!!!), si parla della fiducia al governo, si parla della legge bavaglio.
E alla fine viene letto questo:
"Oggi l'Italia sta vivendo uno dei momenti più bui per la libertà di stampa e quindi anche per la democrazia.
Con il voto di fiducia del Senato sul disegno di legge sulle intercettazioni e sulla cronaca giudiziaria, il bavaglio all'informazione si avvia a diventare legge.
Con la nuova norma i cittadini non potranno più essere informati su ciò che accade nel Paese: niente più notizie su scandali, violazioni, abusi, stragi, truffe.
La scure del silenzio di Stato cala sull'Italia.
I giornalisti della Rai avevano chiesto con forza al Senato di fermarsi, di non approvare una legge liberticida. Così non è stato. L'Usigrai denuncia questo attacco al diritto-dovere dei giornalisti a informare, e al diritto dei cittadini a essere informati. Siamo e saremo con la Federazione Nazionale della Stampa per ogni iniziativa di lotta, di testimonianza della verità dei fatti. Ora il nostro appello è rivolto alla Camera e ai deputati: ripensateci!".
Sono sconcertata da quello che sta succedendo. Dai lavoratori in piazza, dal calo del potere d'acquisto. Sono sconcertata da tutta la classe politica che mi rappresenta. Dalla maggioranza mangiona e caciarona, che si comporta sempre come se fosse in gita scolastica, che propone tagli anche agli stipendi di parlamentari e deputati ma che mette le mani solo in tasca ai cittadini e agli operai. Agli ultimi e ai più deboli. Che taglia sulla scuola e gli insegnanti, che sono importantissimi per far crescere e prosperare la generazione futura, che taglia sul sistema sanitario, sulla ricerca. In una parola che non guarda al futuro.
Sono sconcertata da una sinistra divisa e illogica. Un'opposizione che permette che tutto questo avvenga. Che sembra non vedere e non sentire, sembra non preoccuparsi. Come se la loro generazione fosse l'ultima e poi fine.
Spero tanto di sbagliarmi.
Io questa sera per dormire reciterò come un mantra:
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."
E spero che anche voi lo diciate con me. Per vivere ancora e sempre nel bel paese, e non nella terra dei cachi.
Ciami
mia cara, anch'io proprio oggi ho vissuto con ansia le stesse medesime preoccupazioni, ne parlavo al telefono anche con mio padre oggi, anche della pensione spostata a 70 anni...dimmi come ci arriveremo a quel traguardo, completamente consumati dal lavoro dalla vecchiaia dopo e dalla spasmodica ricerca di un anelato posto...non so, vedo solo menefreghismo nell'aria da tutte le parti, poi danno gli assegni alle laure antonelli (con tutto il rispetto per i personaggi di cultura) e non si preoccupano di noi, della generazione di domani, sotto tutti i punti di vista.
RispondiEliminasì, mia cara, mi sento di condividere completamente la tua preoccupazione in questa giornate e in quelle a venire.......
ps. il nostro stimatissimo presidente considera la costituzione "un inferno"...di che cosa stiamo parlando me lo dici?!?!?
......
stiamo andando allo sbaraglio...
RispondiEliminaCome non condividere il tuo pensiero e le tue preoccupazioni? Ho deciso di vivere in un altro paese, ma seguo sempre con attenzione le vicende italiane. Stanno facendo scempio del nostro paese e non si vedono alternative all´orizzonte.
RispondiElimina"Come se la loro generazione fosse l'ultima e poi fine.
Spero tanto di sbagliarmi."
Lo spero anch´io.
Ciao
Eleonora
Adotto anch'io questo mantra...
RispondiEliminaSono sconcertata e arrabbiata.
Mi unisco nella recitazione del mantra, ma la speranza è poca. Agli italiani piacciono i personaggi di Alberto Sordi, simpatici arraffoni bugiardi. Se così non fosse non avremo questo govero con l'imperatore, i giullari e le cortigiane (stavo per scrivere un'altra parola...).
RispondiEliminaDobbiamo farci sentire, almeno sui blog.