martedì 20 aprile 2010

delle partenze.

"Quello che si prova
non si può spiegare qui
hai una sorpresa
che neanche te lo immagini
dietro non si torna
non si può tornare giù
Quando ormai si vola
non si può cadere più...."


Mio padre dal 1992 al giorno della pensione nel 2003 non ha più lavorato a Milano, ma in giro per l'Italia. La tradizione era accompagnarlo in stazione, oppure all'areoporto con mia mamma e mio fratello la domenica per poi ritrovarlo una, due, o tre settimane dopo in base alla lontananza della meta.
Mio padre ci ha sempre portato un pensiero o una cartolina da ogni posto. Tornava tutto vestito bene, da bravo bancario, con la sua valigia e la borsa col vestito ed io ero davvero fiera di lui. Ho annotato mentalmente ogni sacrificio che ha fatto per noi, ogni singolo viaggio, ogni telefonata, ogni sorriso, ogni gesto, ogni carezza, ogni rimprovero.
Il venerdì sera mia madre svuotava la valigia in lavatrice perchè la roba fosse pronta per la nuova ripartenza la domenica. Mia madre sapeva far star tutto in valigie veramente piccole, come solo le mamme sanno fare. Per prenderla in giro le dicevo sempre che tutte queste cose le sapeva fare perchè aveva fatto il corso da mamma con tanto di patentino. Non so come facesse, ma sorrideva sempre.
Quando mio padre andava via io dormivo con lei nel letto matrimoniale. Avevo dagli 11 ai 22 anni. Lei russava. Era sorda da un orecchio per una malattia infantile. Russava ed era sorda, connubio mortale. Io non dormivo e lei non si svegliava. A volte capitava che chiacchierassimo del più e del meno per ore. A volte si addormentava subito. A volte non dormiva mai. Una volta le dissi che doveva contare le pecore. Dopo dieci minuti mi rispose che lei le pecore le aveva finite. E io sbalordita; "ma come mamma?". E lei "sono partita da 100 e son tornata indietro" e giù a ridere come galline. Questo aneddoto è un cult di famiglia e mi fregio di essere solo io a poterlo raccontare. Una volta per far star tranquilla mia nonna (chiamata affettuosamente il sergente maggiore) avevamo deciso di metterle qualche goccia rilassante (oh valeriana eh.. non siamo mica assassine!) nella sua camomilla serale. E' partita in punta di piedi senza ciabatte per non far rumore. Una specie di eva kant in camicia da notte! Mia nonna non l'ha mai bevuta quella camomilla. L'ha annusata e dopo aver dichiarato uno strano odore l'ha buttata.
Quando la mattina eravamo a casa ci faceva l'uovo col caffè. E pane raffermo da pucciare (tipica espressione milanese). Colazione da re. 
Mi ha sempre grattugiato una mela, e quando sono triste ancora adesso mio padre mi grattugia una mela per consolazione. La mette nella tazza con un po' di zucchero.
Io non ricordo assolutamente la mia emozione quando ho saputo che era morta. Mi ricordo solo un lungo tunnel sotterraneo con lei e mio padre che mi dava la mano e forse piangevamo. E sono tornata con lui in macchina dall'ospedale San Carlo e ancora non era vero. A volte non è vero nemmeno ora.
Mio padre e mia madre l'ultimo anniversario di matrimonio che hanno festeggiato insieme è stato il 30esimo. Li abbiamo mandati in un ristorante superchic per una cena romantica solo per loro due. E loro ci hanno portato la torta che è avanzata.
Lo so, sembro monotematica, ma scrivere queste cose mi fa davvero senitire meglio. E tra poco saranno già 5 anni che non la vedo. Ho paura di dimenticarla. Non la penso per delle settimane (o almeno così mi pare) e poi per un giorno non faccio che pensare a lei. A volte mi sembra che non sia mai esistita, a volte mi sembra di vederla ancora in cucina a ricamare. Io so che lei è in paradiso che ride di me. Già la sento. "Gioia (mi ha sempre chiamato Gioia perché non riusciva mai ad azzeccare il nome giusto tra i famigliari!) guarda come ti affanni. Ma vivi spensierata no! Che tutto s'aggiusta."
Già, per lei si aggiustava sempre tutto, manco fosse Archimede. Mamma Archimede ora ho voglia di sentire ancora una volta la tua mano sulla fronte perché non sto bene. Ma dove sei. Perché non torni più?
Vi lascio con la foto mia e di mia madre che descrive meglio il nostro rapporto.


Io ovviamente sono quella che fa le bolle, lei è quella schifata! :)

13 commenti:

  1. Non si riesce mai a dimenticare.
    Ti abbraccio e penso alle mamme fantastiche, fate, archimedi, maestre di vita, che abbbiamo avuto. m.

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  2. Ad andarsene è stato mio papà, venticinque anni fa. Mi manca ancora oggi e quando ci penso mi si stringe lo stomaco...
    Non mi ricordo la sua voce, se non guardo le sue fotografie mi sembra di non ricordare bene il suo volto, poi, improvvisamente, basta una parola, una sensazione e mi pare di risentire il suo profumo, rivedo i suoi occhi celesti che parlavano meglio della bocca...
    Una persona non muore davvero finché qualcuno si ricorda di lei, non mi ricordo chi me lo ha detto, ma è vero. Noi siamo un pezzetto di loro che continua a vivere, siamo il loro infinito... Se i nostri genitori se ne vanno, il loro amore resta. Forse è proprio per questo che ci mancano tanto...
    Ti abbraccio. Elena

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  3. Ah, sì! Questa è proprio una mamma con il patentino da mamma! Era la prima della classe ne sono sicura! Che bella famiglia la tua... bellissimi tutti.
    Anche io aspettavo mio padre per lunghi periodi e quando vedevo quel taxi giallo nel vicoletto... non ricordo di aver provato mai più felicità più intensa.
    Il dramma è stato scoprire che era un non senso.

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  4. Sai che è proprio difficile aggiungere una parola? Quando scrivi questi pensieri meravigliosi ti senti meglio... beh, fai sentire bene anche noi. Ti mando un abbraccio grande grande grande. Il resto non te lo scrivo, perché so che lo hai "sentito" comunque.

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  5. Ciami fatti abbracciare....
    grazie, aria

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  6. La tua mamma era davvero super...
    un grosso abbraccio!!!
    bacioni eli

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  7. Solo un bacino sulla fronte e sui pensieri...

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  8. ...ieri sera quando ho letto ,sono rimasta con la finestra dei commenti aperta,incapace di lasciare un commento...troppa la commozione. Oggi sono tornata , lo stesso non trovo le parole...ti abbraccio.

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  9. piccola grande samanta, ci eravamo appena salutate, avevamo appena parlato di questa ricorrenza poco prima che leggessi adesso qui il resto...ti ho già detto tutto, o forse non tutto, ma credo quanto possa bastare per oggi.
    lei è stata un angelo per te. adesso tu lo sei per lei.
    ti voglio bene :-*

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  10. Forse sono l'ultima persona che dovrebbe commentare, visto che non ci conosciamo ma..io capisco quello che provi, mia madre se n'è andata via otto anni fa, a volte sembra trascorso un secolo a volte neanche una giornata, il dolore ti colpisce all'improvviso ti toglie il respiro e l'unica cosa che vorrei è sentire di nuovo la sua voce..fai bene a parlarne se questo ti fa stare meglio, è un modo per sentirla vicina, ma ricorda lei c'è sempre, vive in tutto quello che fai.
    Un abbraccio
    Maria

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  11. No, non dimentichi. però è vero che scordi. Scordi di pensare a lui (/nel mio caso è il papà) per settimane e poi il ricordo ti assale tutto d'un tratto, perchè hai rivisto un film che ti fa pensare a lui, o vedi una figura che si allontana di spalle e pensi "è papà" o mangi un piatto e ti scopri a pensare che era il suo preferito. E' un dolore che non cessa mai e che ti fa piangere ma che ti aiuta a tenere il suo viso dentro di te.

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  12. Ciao Ciami,
    sai, anche la mia mamma mi dice sempre di stare più tranquilla, di vivere la giornata e non pensare ai problemi che già mi immagino ci saranno tra una settimana... "perchè si vive una volta sola" mi dice "e i problemi si risolvono, esiste sempre una soluzione per tutto". Che belle le nostre mamme... Speriamo di ereditare questa qualità quando lo saremo anche noi ;-)
    Un abbraccio

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