...è anche l'istituto Marchiondi Spagliardi di Vittoriano Viganò. Esempio di architettura brutalista, dimenticato da tutti, come una bella signora ormai avvizzita.
Un istituto per la rieducazione giovanile dei "ragazzi difficili" senza sbarre, senza recinti, ma con aule e laboratori. Un edificio portato ad esempio nel resto d'europa come perla di progettazione e abbandonato da Milano pur con un vincolo monumentale della Sovraintendenza dei Beni Architettonici. Forse il Politecnico di Milano lo recupererà riconvertendolo in residenza universitaria. Forse.
Chiudo con le belle parole di Viganò (che io personalmente non amo, forse perché ho vissuto malissimo la sede della facoltà che ho frequentato progettata da lui), che ci lasciano con quello che dovrebbe essere fare il nostro lavoro: corgiolarsi nella gioia dell'utilizzatore finale.
“Chi ha veramente compreso il Marchiondi non sono stati gli organizzatori, le autorità scolastiche e pedagogiche, i colleghi, i critici di architettura che pure mi hanno fatto tanti complimenti: sono stati i ragazzi. Non potrò, credo, dimenticare il grido di gioia con cui sciamarono dentro, l’entusiasmo con cui presero immediato possesso delle attrezzature, degli armadietti, dei porta-abiti”
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