domenica 30 settembre 2012

Scappa bouc, scappa!

Entrò in casa, si tolse il vestito buono, le scarpe, le calze e rivestì i pantaloni stretti al ginocchio, i calzettoni di lana, il maglione a vari colori ormai sbiaditi, opera invernale della mamma, si mise sulle spalle lo zaino, pesante di tutte le cose necessarie lassù, una borsa di plastica col pane fresco, richiuse la casa e si avvio verso il Lauson.
[...]
Ogni volta che Danilo iniziava il cammino verso il Lauson non poteva fare a meno di guardarsi attorno, respirando benessere e acqua pura.

Il sentiero era abbastanza agevole e procedeva tra le fitte piante del bosco con continui e brevi tornanti.
Partendo dal ponte, aveva di fronte il ghiacciaio della Tribolazione, uno dei tanti che fanno parte del gruppo del gran Paradiso, luccicante sotto il sole e con le parti in ombra completamente turchine. Ad ogni tornante ritornava più vicina la visione del ghiacciaio e più lontano il piccolo villaggio di Valnontey con il suo campeggio bianco-blu, simile ad una vivace scacchiera.
Il torrente attraeva irresistibilmente il suo sguardo ed egli ne immaginava il percorso gonfio ed impetuoso fino alla confluenza con la Dora Baltea.
Danilo era abituato alla montagna e quel sentiero lo portava al casotto dove suo padre svolgeva l'attività di guardiaparco in località Lauson [...] 

Saliva silenzioso, con passo uguale, cadenzato "come i muli" soleva dire "un passo dietro l'altro", ma i muli guardano solo i loro piedi e lui, invece, amava guardarsi intorno, osservare il crescere delle piccole conifere da poco piantate, i preziosi fiori della montagna dai colori intensi e vivi, il muschio basso e umido, i cespugli di ginepro e di rododendri, i ciuffi di olina, che ritrovava più bassi, più lisci e più robusti lassù, fra le rocce del Lauson.
Quando giungeva al nevaio, si fermava a mangiare un panino.

[...] Ormai si avvicinava ai duemilacinquecento metri e il calore del sole gli dava una piacevole sensazione [...]

Era giunto al casotto più presto di quanto pensasse. Il padre non era in casa, probabilmente stava facendo il suo giro di perlustrazione e la mamma doveva essere uscita da poco perché dalla stufa provenia il brontolio del minestrone di fagioli. [...] 

Di nuovo l'aria fina dei duemillacinquecento metri gli accarezzo le guance, gli solleticò le narici e le labbra ed egli aspirò ad occhi chiusi e bocca aperta con evidente benessere. Quando riaprì gli occhi, li posò sulla meravigliosa cerchia dei monti che fanno parte del Gruppo del Gran Paradiso, ammantanti di neve luccicante al sole ormai al tramonto.

Quando ho letto per la prima volta questo libro ero una bambina di dieci anni. L'ho letto con la scuola, lentamente, rispondendo alle domande proposte nell'edizione scolastica, facendo l'analisi del testo.

Ed ogni tanto lo rileggo, in un pomeriggio, sulla stessa edizione scolastica in cui sono segnati i passaggi, le figure retoriche, i personaggi positivi e i negativi, le descrizioni della montagna che tanto amo.

Leggendo ritorno subito piccola, senza pensieri, e ritorno a quegli anni spensierati in cui per quindici giorni lasciavo i miei genitori e andavo a campeggiare con l'oratorio. Mi ricordo le partenze all'alba per le escursioni giornaliere, l'acqua gelata della fonte per lavarsi, lo zaino in cui custodivo i panini e il cioccolato. Mi ricordo la fatica della camminata, la gioia dell'arrivo, i giochi in alta montagna, scivolare col kway nelle ultime zone ghiacciate, la crema solare e il cappello, i calzettoni pesanti e gli scarponcini. E il ritorno verso la base, il campeggio per metà in ombra al tramonto. Le corvée per apparecchiare, sparecchiare o pulire per la cena. I giochi tutti insieme.
Dormire nel sacco a pelo, ridere in tenda, rubare i dolci dalle cucine.


Leggete questo libro e leggetelo ai vostri ragazzi. Li aiuterà a capire quanto crudele sia la caccia, quanto meravigliosa sia la natura e quanto difficile sia proteggerla dalla stupidità degli uomini. E soprattutto, li renderà migliori.

Scappa Bouc, scappa!
C. Pettoello Morrone
ed. Sansoni per la scuola

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2 commenti:

  1. condivido al 100%: ho letto questo libro da piccola, uno dei miei primi da lettrice incallita credo, e ogni tanto lo rileggo con molta gioia. l'ultima è stata questa estate.
    un sorriso, susi

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  2. Io invece devo confessare di non averlo mai letto...magari con Simone sarà l'occasione buona :)
    Sorellina, il purse per il telefono lo trovi qui: http://www.ravelry.com/patterns/library/iphone-purse

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