Cosa avremmo fatto noi nella loro situazione? Saremmo andati avanti sapendo di essere segnati, oppure avremmo girato la testa, guardato da un'altra parte?
Io francamente non lo so.
L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto. E no, questo discorso non va perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire, beh, ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però siccome dalle indagini sono emersi altri fatti del genere altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato quindi è un uomo onesto. Il sospetto dovrebbe indurre soprattutto i partiti politici quantomeno a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituenti reati. (dalla lezione del 26 gennaio 1989 all'Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa)Per non dimenticare: Paolo Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992)
La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione.Per non dimenticare: Giovanni Falcone (Palermo, 20 maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992)
Per non dimenticare le loro scorte, che hanno svolto il loro dovere fino alla fine, per non dimenticare le loro famiglie.
Per non dimenticare le cinquemila altre vittime, uccise per aver alzato la testa. La maggior parte, tutori dell’ordine, magistrati, commercianti e imprenditori che non sono stati a guardare, parenti di pentiti, persino bambini, donne e ragazze. Anche gente capitata semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Per non dimenticare chi, materialmente o anche solo tacendo le notizie, ha permesso che questi delitti potessero avvenire. Alcuni di loro sono ancora in libertà, ancora guadagnano, ridono, se la passano bene. Spero, ancora per poco.
E' giusto non dimenticare mai...
RispondiEliminaCondivido in pieno.
RispondiEliminaRosa