Ricordarlo a tutti noi, ricordarlo ai nostri figli, ai nipoti, agli amici.
Ricordare a tutti chi era quel ragazzo ucciso a soli trent'anni, più di trent'anni fa. Quel ragazzo senza buonsenso che urlava il suo disgusto per quel che era il suo paese, il nostro paese. Quel ragazzo che non ha mai avuto paura di lottare, che voleva cambiare quel che era, e che per questo è stato ammazzato, quando sarebbe stato tanto più facile stare zitto.
Giuseppe Impastato oggi avrebbe più di sessant'anni. E forse il mondo sarebbe stato diverso. O forse no, ma è bello pensare a lui e da lui da lui prendere il coraggio che ci manca per cambiare le cose. Perché le cose stanno cambiando e potranno cambiare in meglio. Tutti insieme potremo costruire un mondo migliore, un Italia migliore se non abbiamo paura. Dobbiamo imparare ad essere uniti. E ricordarci di lui, e di chi come lui è morto per noi.
Ce lo vogliono far dimenticare e noi non lo dimenticheremo.
"Stamattina Peppino avrebbe dovuto tenere il comizio conclusivo della sua campagna elettorale.
Non ci sarà nessun comizio e non ci saranno più altre trasmissioni. Peppino non c'è più, è morto, si è suicidato. No, non sorprendetevi perché le cose sono andate veramente così. Lo dicono i carabinieri, il magistrato lo dice. Dice che hanno trovato un biglietto: "voglio abbandonare la politica e la vita".
Ecco questa sarebbe la prova del suicidio, la dimostrazione. E lui per abbandonare la politica e la vita che cosa fa: se ne va alla ferrovia, comincia a sbattersi la testa contro un sasso, comincia a sporcare di sangue tutto intorno, poi si fascia il corpo con il tritolo e salta in aria sui binari. Suicidio.
Come l'anarchico Pinelli che vola dalle finestre della questura di Milano oppure come l'editore Feltrinelli che salta in aria sui tralicci dell'Enel. Tutti suicidi. Questo leggerete domani sui giornali, questo vedrete alla televisione. Anzi non leggerete proprio niente, perché domani stampa e televisione si occuperanno di un caso molto importante. Il ritrovamento a Roma dell'onorevole Aldo Moro, ammazzato come un cane dalle brigate rosse. E questa è una notizia che naturalmente fa impallidire tutto il resto. Per cui chi se ne frega del piccolo siciliano di provincia, ma chi se ne fotte di questo Peppino Impastato. Adesso fate una cosa: spegnetela questa radio, voltatevi pure dall'altra parte, tanto si sa come vanno a finire queste cose, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso, quella che non aveva Peppino.
Domani ci saranno i funerali. Voi non andateci, lasciamolo solo. E diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo. Ma non perché ci fa paura, perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace. Noi siamo la mafia. E tu Peppino non sei stato altro che un povero illuso, tu sei stato un ingenuo, sei stato un nuddu miscato cu niente.
Salvo Vitale a Radio Aut, la notte della morte di Peppino Impastato
e qui non cambia mai niente, grazie di avermi ricordato questa data.
RispondiEliminaTi leggo spesso, ma non ho mai commentato.
RispondiEliminaMa credo che quello che hai scritto sia una delle cose più belle che mi sia capitato di leggere in molto (troppo) tempo.
Ho avuto la fortuna di incontrare suo fratello lo scorso anno al Festivaletteratura. Alla fine del suo intervento piangevamo tutti... Che bisogna piangere ancora per certe cose, perchè ci feriscono e ci feriranno sempre e comunque.
RispondiEliminaHo scoperto Peppino Impastato grazie al film "I cento passi", da allora non me lo scordo più.
RispondiEliminaGrande post.
Ieri sera ho visto il documentario "Onda libera" che racconta il tour dei Modena city ramblers in giro per i luoghi confiscati alla mafia, un bel documentario e sopratutto una bella occasione per sentire da due componenti del gruppo la loro esperienza di sicuro bella e intensa. Una frase mi è rimasta impressa, è che adesso la resistenza è quella di chi riesce a dire no a chi gli chiede il pizzo, a chi dopo aver passato un giorno a piantare olivi li trova il giorno dopo bruciati dai mafiosi e li pianta ancora, per far sì che Peppino e gli altri non abbiamo perso la vita per niente..tante persone ancora adesso per fortuna fanno quei 100 passi e tante ancora ce ne vogliono..l'importante è ricordare come hai detto tu, grazie..
RispondiEliminaciao peppino.
RispondiEliminaio l'ho ricordato ieri ma non ero passata per i blog, così lo posso ricordare anche oggi...
Brava, mi piacciono tanto questi tuoi post. Vorrei tanto incontrare tanti giovani come te, seri, impegnati e onesti. Vedo ancora troppo disimpegno e superficialità in loro e non sono molto fiduciosa nel cambiamento in meglio della nostra società, ma leggere post come i tuoi è come respirare una boccata di aria buona.
RispondiEliminaGrazie Ciami per il tuo aiuto alla memoria, io le date le dimentico tutte... e invece è importante non dimenticare mai.
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