domenica 1 maggio 2011

Questo è il primo maggio

Oggi è il primo maggio, da sempre festa dei lavoratori e delle lavoratrici. Un unico giorno per ricordarci la strada che si è fatta e la tanta che si dovrà fare ancora riguardo al diritto al lavoro e alla sicurezza.



Io a Milano ho trovato una buona parte di negozi aperti (anche grazie al maxischermo in Duomo per la beatificazione del papa, non c'era proprio altro giorno??) e gente in coda per pagare.


Ci siamo dimenticati perché festeggiamo il primo maggio? Ci siamo forse dimenticati perché la festa dei lavoratori è così importante per noi tutti?
Il governo ci vuole rincoglionire e noi ci stiamo rincoglionendo davvero (dubito che fosse necessario comprare il tostapane proprio oggi). Ci stiamo dimenticando la storia, e dimenticarsi la storia è una delle cose più pericolose che un popolo può fare (non per nulla la poco onorevole Carlucci vorrebbe farla riscrivere).

Questo in teoria sarebbe un knit blog, ma è soprattutto il blog di Ciami, una ragazza italiana che ama profondamente tutto il suo paese e continua a sognare che le cose miglioreranno. D'altronde peggio di così non possono andare. no?

Perdonatemi le righe che seguono, è solo un po' di storia ma è importante conoscerla per poter ribattere a chi ci domanda perché con questa bella giornata di sole, e con gli sconti all'Euronics, marciamo con una bandiera sulle spalle.

Probabilmente sarò pedante, e sicuramente la metà di chi approderà qui non finirà neppure di leggere. Ma la gran figata del web e che tutto rimane scritto e chissà che un giorno la cosa non possa tornare utile a qualcuno.

Cos'è il primo maggio? E perché si festeggia? 
Vi piaccino le ferie? Siete felici di poter stare in malattia?
Siete contenti di avere pause durante la giornata lavorativa e che questa abbia un inizio e un termine?
Allora perdete due minuti di tempo per leggere chi ringraziare stasera per questi privilegi. Per non darli per scontati.

"Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire"
fu questa la frase della svolta, coniata in Australia nel 1855. Questa frase fece velocemente il giro del mondo e fu condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento.
Dal congresso dell'Associazione internazionale dei lavoratori - la Prima Internazionale - riunito a Ginevra nel settembre 1866, scaturì una proposta concreta: "otto ore come limite legale dell'attività lavorativa".
Questi diritti sono stati acquisiti con anni di lotta. E anche se a noi pause, ferie e malattie sembrano scontate (quando i contratti ce lo permettono ovviamente), è bene non dimenticarsi mai di chi chi ha lottato ed è morto (ebbene sì. morto) per noi, prima di noi.


Perché si festeggia il primo maggio?
Passano gli anni e nell'ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions indicò nel 1 Maggio 1886 la data limite, a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno. Quel giorno era un sabato, che ai tempi era giornata lavorativa.
Per ribadire i propri diritti e adempiere all'entrata in vigore della legge, in dodicimila fabbriche degli Stati Uniti quattrocentomila lavoratori incrociarono le braccia.
Nella sola Chicago scioperarono e parteciparono al grande corteo in ottantamila.
Tutto si svolse in maniera pacifica, ma nei giorni successivi scioperi e manifestazioni proseguirono incessanti e nelle principali città industriali americane la tensione si fece sempre più acuta.
Il lunedì 3 maggio la polizia fece fuoco contro i dimostranti radunati davanti ad una fabbrica per protestare contro i licenziamenti, provocando quattro morti.
Per protesta fu indetta una manifestazione per il giorno dopo, durante la quale, mentre la polizia si avvicinava al palco degli oratori per interrompere il comizio, fu lanciata una bomba. I poliziotti aprirono il fuoco sulla folla. Alla fine si contarono otto morti e numerosi feriti. Il giorno dopo a Milwaukee la polizia sparò contro i manifestanti provocando altre nove vittime. Una feroce ondata repressiva si abbatté contro le organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori, le cui sedi furono devastate e chiuse e i cui dirigenti vennero arrestati.
Per i fatti di Chicago furono condannati a morte otto noti esponenti anarchici malgrado non ci fossero prove della loro partecipazione all'attentato.
Due di loro ebbero la pena commutata in ergastolo, uno venne trovato morto in cella, gli altri quattro furono impiccati in carcere l'11 novembre 1887.
Il ricordo dei "martiri di Chicago" era diventato simbolo di lotta per le otto ore e riviveva nella giornata ad essa dedicata: il 1 Maggio.

Nel 1890 per la prima volta, la manifestazione è simultanea in tutto il mondo e diventa permanente nel 1891 con queste parole:
"festa dei lavoratori di tutti i paesi, nella quale i lavoratori dovevano manifestare la comunanza delle loro rivendicazioni e della loro solidarietà"


Perché è importante continuare a festeggiare la festa dei lavoratori?
Quest'anno ci sono state tantissime diatribe sull'apertura o meno dei negozi durante la festa dei lavoratori. D'altronde la storia si ripete. Sapete quando è stato soppressa (per l'unica volta) la festa del primo maggio durante la storia italiana? Indovinate un po'? Giusto, nel ventennio fascista. Trovate forse delle coincidenze? Restò soppressa fino al 1 Maggio 1945, sei giorni dopo la liberazione dell'Italia.

Poco dopo la liberazione, il primo maggio 1947 a Portella della Ginestra circa duemila persone del movimento contadino si diedero appuntamento per festeggiare la fine della dittatura e il ripristino delle libertà. Stavano cadendo i secolari privilegi di pochi, dopo anni di sottomissione a un potere feudale. Eh si, stiamo parlando dello scorso secolo, praticamente dell'altroieri.

La banda Giuliano fece fuoco tra la folla, provocando undici morti e oltre cinquanta feriti.
La Cgil proclamò lo sciopero generale e puntò il dito contro "la volontà dei latifondisti siciliani di soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori".

Poco dopo la strage l'allora ministro dell'Interno, Mario Scelba, chiamato a rispondere davanti all'Assemblea Costituente dichiarò che il fatto non fu un delitto politico (attenzione, altri analogismi).
Fu solo nel 1949, quando il bandito Giuliano[*] scrisse una lettera ai giornali e alla polizia, che il vero scopo della "mattanza" fu svelato.

Da allora e spero per sempre la giornata del primo maggio è sempre stata celebrata in modo pacifico per ricordarci la strada fatta e per prepararci per quella ancora da fare.

Ecco perché è il caso di continuare a incrociare le braccia, almeno un giorno all'anno.
Lo dobbiamo a tutte quelle persone morte in America, in Italia e chissà ancora dove nel mondo per poterci permettere di avere i diritti che ci sembrano ormai acquisiti.
Lo dobbiamo soprattutto ai nostri figli, o ai figli dei nostri amici, perché non debbano riiniziare da capo a causa della nostra stoltezza. E' difficile, ma bisogna continuare. E continueremo. O perlomeno io continuerò, anche e soprattutto per chi preferisce andare a comprare la televisione.

11 commenti:

  1. Interessante il tuo post, Ciami. Me lo copio per leggerlo in caso di necessità, per ripassare questa storia che dovremmo sapere tutti.
    Grazie

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  2. Condivido tutto ciò che scrivi.
    Ma ti dico, da lavoratrice, che i nostri diritti stanno piano piano diminuendo.Lo si vede dai nuovi contratti sulla malattia, dove per punire gli assenteisti si decurta lo stipendio anche a chi, purtroppo , ha motivo di essere in malattia.Ti si dice, comunque che se hai una malattia gravissima ( tumori, sclerosi ecc...)non si applicano le stesse regole,ma se magari stai male, ma ancora non hai patologie a rischio di vita, allora la malattia ti costerà cara.
    Abbiamo aperto un brutto capitolo.
    Rimaniamo sul primo Maggio a braccia incrociate.
    Silvia

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  3. L'ho copiato anch'io.
    Lo leggerò insieme a mio nipote.
    Grazie

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  4. E' bello sapere che ci sono persone che hanno ancora degli ideali sani e giusti! Questo dà la speranza che un giorno qualcosa possa davvero cambiare in meglio e non lo dico come luogo comune ma proprio sentendolo dal cuore.

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  5. @orsetto: Grazie a te per averlo letto e condiviso!

    @Siliva: Anche io sono lavoratrice, ma autonoma. Se sono malata non guadagno. Se sono in ferie non guadagno. Se mi rompo un braccio sono cazzi. Se resto incinta ancora peggio (la maternità inarcassa è una percentuale sul reddito più basso degli ultimi tre anni, nel mio caso avendo aperto una società, il mio guadagno annuo si aggira sui 6.000 euro. vengono circa 75/100 euro mese. Non bastano neppure per i ticket della mutua). L'assicurazione malattia costa circa 2.000 euro/anno e io sono già in piccata con la professionale minima (circa 800 euri/anno). I diritti che ci stanno togliendo sono un incentivo per continuare la lotta. Non ha senso peggiorare, non trovi? E' proprio un brutto capitolo, ma va proprio aperto, è tempo di farlo.
    Grazie per questo tuo commento che mi fa ben sperare che un futuro migliore esiste.

    @aria. Tuo nipote è fortunato ad averti.

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  6. @francesca: siamo in tanti, come vedi! Evviva il primo maggio, evviva il nostro futuro migliore!!

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  7. Grazie Ciami per questo bel post che centra il punto...purtroppo sono anche daccordo con Silvia, e tocca a noi ripartire, perche' mi pare che in giro non ci sia proprio nessuno in grado di difendere con noi i nostri diritti.

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  8. Grazie per il post. Queste cose noi "vecchi" le sappiamo, ma è bene ricordarle, ogni anno. Già la situazione della Fiat è disarmante, rinunciare ai diritti pur di non perdere il lavoro!
    Se otto ore
    Vi sembran poche
    Provate voi a lavorar
    E proverete
    La differenza
    Tra lavorare e comandar

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  9. tutto giusto, ne ho parlato anche con i miei figli, con amici, ma ce la stiamo raccontando fra noi, ci sono persone che non conoscono i fatti o nascondono la testa nella sabbia, sono anch'essi precari, o inoccupati o sottopagati, continuano a dire che non va tanto bene ma potrebbe andare peggio. mi fanno venire una rabbia...dicono che sono tutte cose vecchie, anacronistiche, che è ora di lasciarsele alle spalle...ma che cosa deve succedere ancora per farli svegliare?

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  10. ci siamo scordati troppi significati originari delle varie feste nazionali..che squallore

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